Note d'introduzione:

David Cole ha favorito la realizzazione e partecipato con il suo lavoro a numerose mostre di mail-art. "The Scroll Unrolls" esposto a Ein-Hod, Luglio - Ottobre 1985, è stata la prima mostra di mail-art in grande scala in Israele. Ha accolto dei lavori da tutte le parti del mondo creando allo stesso tempo un collage variegato e transitorio di sé. Il catalogo per la mostra è una vera e propria dichiarazione d'arte: prodotto in low-tech, stampato su carta di colori diversi, rilegato semplicemente con delle corde passate attraverso fori sulla parte superiore delle pagine, contiene riproduzioni di molti lavori esposti e finisce con la solita essenziale lista dei nomi e indirizzi dei partecipanti.La copia che ho in mano ha pagine identiche e altre mancanti.Vista la natura del libro, molte copie di questo catalogo sonoprobabilmente dei pezzi unici. La versione ebraica del testo si presenta con una bella veste grafica e dà una buona impressione del libro. Attraverso tutto il catalogo Cole ha disseminato dei frammenti di una lettera-diario che racconta del montaggio della mostra e annota le sue riflessioni sulla mail-art. Questo rimane come una testimonianza dell'abilità di Cole in quanto curatore, che coglie perfettamente lo spirito di base della mail-art. La sua chiarezza, la sua generosità e ottimismo riflettono l'essenza di questo genere, nel suo aspetto migliore. Lo presentiamo qui, tradotto in diverse lingue, come documento basilare del movimento mail-art.

- Karl Young


EIN-HOD, ISRAEL (I)
THE SCROLL UNROLLS

CARO MIO

Sono arrivato. La mail-art è arrivata. Il rotolo si sta aprendo.

Ein-Hod è una antica bella cittadina araba costruita tutta in pietra, abitata adesso da artisti israeliani di tutte le categorie: pittori, bigiottieri, ceramisti, architetti, serigrafi, scultori. I loro lavori ravvivano molti cortili. Un posto semplice. C'è un ristorante con un meraviglioso portico che sovrasta la piazzetta, una piccola drogheria, aperta quando il proprietario non è al mare e un una piccola gallery shop che vende i prodotti degli artisti del villaggio. E, più importante di tutto, c'è il Janco-Dada Museum - tre piani con dei balconi sfuggenti - dalle pareti di vetro da una parte che conducono a delle veranda fatte di pietra bruna indigena e che contemplano il Mediterraneo, a due miglia di distanza. Alberi di melograno, fichi e pini. Un po' più in là, dei bananeti (ah Anna!).

Ritorno sulla terra. Sono qui a casa mia per sei settimane durante le quali leggo la mia posta, redigo il catalogo, mi presto a delle interviste e aiuto a montare la mostra.

Turismo. Sono qui per lavorare. Ho a disposizione una splendida villa. Simpatica, forse un po' intimidita, la gente mi aiuta.


EIN-HOD, ISRAEL (II)
THE SCROLL UNROLLS

Durante cinque giorni e cinque notti insonni, apro la mia posta. Dico a me stesso e a chiunque me lo chieda, che sono venuto qui senza aspettative, ma qualunque sogno abbia potuto fare è superato dalla realtà. La posta è voluminosa, ogni pacco una sorpresa - molti da vecchi amici, molti altri da nuovi. Sto vivendo preso in una rete di bellezza. Sono a pezzi per la stanchezza, ma mi sento al settimo cielo.

Sotto lo stimolo e l'ispirazione di Ursula Peters, c'è un rotolo realizzato da dodici nuovi mail-artisti in un ospedale per convalescenti in California. Settantacinque rotoli da un liceo dell' Alabama arrivano via Mimi Holmes. Cento bambini di nove anni di Brooklyn mandano, attraverso Noah Baen, i loro dipinti del cielo, della montagna, del deserto, del mare. In breve, partendo dalla periferia la mail-art si concentra verso questo posto e ne fa dell'ARTE - quell'affinità tra impulso creativo e la gioiosa condivisione. I miei occhi ne sono pieni!


EIN-HOD, ISRAEL (III)
THE SCROLL UNROLLS

In tutta coscienza mi rendo conto del dono generoso di questi lavori di mail-art arrivati qui - una moltitudine di rotoli, un' impensabile delicata esposizione di libri d'artista - molti fatti di stupende carte fatte a mano, dei libri fatti da pagine sciolte da stendere sulle pareti, cartoline di ogni immaginabile sorta e soggetto che spero potranno formare un grande lavoro di collage (guardati da una certa distanza come un unico lavoro, ma visti da vicino come veri pezzi individuali con molte voci, molte visioni), video e audiotape di musica e parole dada, l'umore sottile e la bellezza dei francobolli d'artista, la meravigliosa bizzarria delle buste, e il tour de force delle poste con degli oggetti spediti senza imballaggio. Il mio nome precede il mio arrivo perché la posta è stata mandata qui. Sono oggetto d'invidia di ogni giovane del villaggio, vorrebbero avere questi francobolli che ornano le buste da tutte le parti del mondo. Man mano che la posta si ammucchia in tante pile nella mia villa, sono conquistato e deliziato. Più di tutto, è chiaro il messaggio di appello alla pace e all'amore. E sotto, sento un appello per la liberazione da questa disumanità nell'arte che la sommerge sotto l'economia oppure la politica dei baroni.


EIN-HOD, ISRAEL (IV)
THE SCROLL UNROLLS

Fare dell'arte è un atto privato, spesso solitario. Eppure gli artisti manipolano strumenti e sostanze, e il risultato o il prodotto della loro attività diventa un "medium" sociale che gli altri possono percepire e comprendere. Più fortunati di molti altri artisti, i mail-artisti comunicano direttamente con la loro udienza - l'occhio della loro creatività è mirato, come una freccia di cuore, al corrispondente. Così c'è una interazione tra il privato, da una parte, e pensieri, gesti e immagini pubblici, dall'altra. Così esiste l'opportunità per delle risposte concrete, vere, reali, personali, emozionali - interattive, un vero dialogo. In realtà, la mail-art tratta proprio le possibilità interattive dell'arte. L'artista divide con il suo, o la sua, corrispondente un senso, un'estetica nelle quali attraverso l'arte, si guardano l'un l'altro negli occhi o, forse, nei cuori.

Da Ursula arriva un rotolo intitolato "Decalogo - per mail-artisti e amanti". Rido, sono d'accordo. 1. Mail-artisti e amanti non danno importanza a chi l'ha fatto per primo. 2. Chi l'ha fatto meglio. 3. Lo fanno l'uno per l'altro adesso. 4. Vanno oltre i limiti. 5. Non fanno la gara per chi l'ha fatto meglio. 6. Non accettano ricompense per averlo fatto. 7. Non respingono nessuno. 8. Lo fanno inter/nazion/almente. 9. Costruiscono una rete mondiale della fiducia. 10. Arrivano per posta.


EIN-HOD, ISRAEL (V)
THE SCROLL UNROLLS

Come stendo davanti a me i pezzi che formeranno questo catalogo, mi rendo conto che non danno un'idea giusta della ricchezza e della varietà, del colore e della tessitura della mostra stessa. Così sia. Sono stato, come voi, educato alle limitazioni. L'arte è l'avvolgimento degli ostacoli, la liberazione del miracoloso presente. I rotoli sfuggono particolarmente a qualsiasi catalogazione. I libri unici sfidano qualsiasi riproduzione. Mentre non sono capace di darvi un'idea dell'esperienza del potermi muovere attraverso un mondo visuale/verbale che abbiamo insieme creato qui - una biblioteca con un museo d'arte che permette all'udienza di toccare, vedere e valutare la nostra corrispondenza - spero di poter dividere con voi lo spirito ricco dell'energia e dell'amore che questo dono rappresenta e rivela PER QUELLI CHE VORREBBERO VEDERLO. Mail-art è la letteratura e l'arte del nostro tempo. E' un diario - onesto, sincero e bello.


EIN-HOD, ISRAEL (VI)
THE SCROLL UNROLLS

Ed è un diario scritto adesso giorno per giorno, attorno al pianeta, da artisti di tutte le età e condizioni. E' un singolo lavoro d'arte che si forma attraverso il nostro coinvolgimento verso le nostre muse e nostri fratelli e sorelle. Non è chiassoso, è sentito. Ed è pieno di saggezza e di ricerca di verità. Mi sento profondamente emozionato nel sentirmi veicolo della realizzazione di questa mostra. L'altro giorno, qualcuno mi ha chiesto come mi sentivo, forse la mia faccia tradiva qualcosa, ho risposto che mi sentivo solo, separato dalla mia famiglia. La sua risposta è stata: "Solo, con 500 pezzi di posta indirizzate a lei?". Ho riso. Ancora una volta avevano ragione. Non ero solo. Qualunque cosa mi abbia attratto verso il Mail-Art Network, mi stava ripagando mille volte di più. Celebriamo. Siamo uno. Gli occhi si sgranano. Gli uccelli cantano. Le lucertole s'arrampicano sui muri brucianti e soleggiati. A ognuno, i miei ringraziamenti e la mia amicizia. O-seh shalom.

-David Cole

[Traduzione di Betty Danon]


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